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ARTISTI ASSOCIATI

ARTEMIS DANZA /
MONICA CASADEI

GIOVANI ARTISTI - CORPO COREOGRAFICO

Artemis Danza sostiene i propri artisti associati nelle attività di produzione, distribuzione e promozione delle proprie creazioni.
Realizza attività di tutoraggio, scambio e residenza per giovani coreografi.

JESSICA D’ANGELO

Due corpi in scena, figure invisibili, come unico legame tra loro delle traiettorie di luce.

I corpi esplorano ogni possibilità di movimento nel tentativo di ricongiungersi l’uno con l’altro, in un’atmosfera fredda che ci fa percepire due presenze, senza poterne individuarne il genere.

Una serie di gesti, pulsione, tensione, attrazione, le porterà ad interagire con i legami luminosi, con il rischio di ritrovarsi in un groviglio: una trappola o un bisogno? Una gabbia o un nido?

Regia e coreografie Jessica D’Angelo

Light designer Giacomo Casadei

Musiche Originali Stolfo Fent

Musiche AAVV

Foto Annamaria Pinciotti – Giancarlo Micaroni

Produzione Compagnia Artemis Danza

 

Alfa è un solo dove l’espressione della volontà dell’Essere nella sua molteplicità, vede il suo fulcro nell’elaborazione corporea.
Il corpo diventa uno strumento di proiezioni, memorie e visioni.
Le musiche originali del compositore Stolfo Fent in relazione alle “azioni coreografiche”, offrono la possibilità di immergersi in un viaggio introspettivo.

Gli oggetti che abitano lo spazio sono causa motrice di un flusso d’ispirazione , che offre la possibilità allo spettatore di immergersi in propri immaginari .

Ogni oggetto è un simbolo e racchiude in sé un codice coreografico specifico legato a sfaccettature dell’Io.

Fino a dove un corpo può spingersi?

Regia, coreografia e interpretazione Jessica D’Angelo

Musiche Originali Stolfo Fent

Disegno luci Giacomo Casadei

Foto Aurora Pica

Produzione Compagnia Artemis Danza

Un fare e disfare anima questa performance.
Partendo dal corpo e dalla sua anatomia, attraversando immagini e scenari, si assiste ad un incontro ed al tentativo di generare nuove corporeità che per loro stessa natura sono destinate a disgregarsi, innescando un meccanismo di decostruzione del genere e del ruolo. Aprendosi alla possibilità di inventare e mescolare fisicità e visioni, i performer si affidano l’uno all’altra, dando vita ad un rituale di trasformazione che vede nell’ambiguità delle forme e dei movimenti la sua realizzazione. Riconoscendo il genere come uno stile corporeo ma anche una serie di atti, una strategia culturale, una simulazione, il corpo in scena si apre a desideri e proiezioni, carnalità e forza, in un flusso costante di movimento che è la condizione necessaria per aprirsi allo sconosciuto. Eros, pulsione della vita, e Thanatos, pulsione della distruzione, sono elementi che nutrono il modellarsi dei corpi in scena, bramosi di trovare una forma che possa dar loro pace, ma allo stesso tempo vincolati al cambiamento da un contratto invisibile che impone loro un susseguirsi di azioni e tentativi. Uniti dall’inizio alla fine, i performer perdono le proprie identità, creandone nuove e impossibili, in un groviglio di carne che si districa solo per potersi nuovamente aggrovigliare, lasciando così a chi osserva la possibilità di perdersi e contemplare nuove possibilità.

Regia e coreografia: Jessica D’Angelo

Interpreti: Salvatore Sciancalepore e Jessica D’angelo

Musiche: Luca Vianini

Disegno luci: Giacomo Casadei

Foto: Paolo Degan – Annamaria Pinciotti – Valeria Tomasulo

Collaboratori: Davide Tagliavini e Samuele Arisci 

Produzione: Compagnia Artemis Danza

α Gluten” nasce dal bisogno di denunciare un dramma che spesso viene confuso con un capriccio.

S’ispira ad un’esperienza quotidiana che presenta molti ostacoli.

Nella vita di ogni giorno le attività più banali costringono il celiaco a vivere momenti di esclusione,in questo la tradizione culinaria italiana entra in conflitto con la malattia.

“αgluten” si pone tra gli obiettivi quello di sensibilizzare ed informare il pubblico sulla “celiachia”, malattia di immunodeficienza della stessa famiglia del diabete e dell’AIDS.

 

“Il lavoro oscilla tra l’armonia ed il conflitto, l’amore per il cibo e l’odio per l’imposizione sociale di un’alimentazione iper-glutinata identificata nella pasta.”

 

Ideazione: Jessica D’Angelo

Interpreti: Jesica D’Angelo e Coralie Meinguet

Musiche originali: Nelson Mallè Ndoye/Alessandro Nicolini

Alessandro Zanin

Voce: Agostino Rocca

Light designer: Giacomo Casadei

Scenografia: Federico Cinetto

Foto: Mario Sguotti – Gabriele Alfonsi

Produzione: Compagnia Artemis Danza

Coproduzione: La Sfera Danza

TERESA MORISANO

Nell’ambito del progetto Frammenti d’Inferno, dedicato alla prima cantica della Divina Commedia in occasione delle celebrazioni per i 700 anni dalla morte di Dante Alighieri, gli artisti e coreografi associati di Artemis Danza propongono quadri coreografici ispirati a personaggi e castighi cantati dal Sommo Poeta.

Un solo che prende ispirazione dalla pena che Dante riserva a maghi e indovini stigmatizzando la figura del celebre veggente cieco Tiresia “c’ ha fatto petto de le spalle”. La parola guida  il  movimento e crea la forma, nitida e straniante, di un corpo che viola le leggi di natura. 

 

Coreografie: Teresa Morisano

Musiche: Astor Piazzolla-Giuseppe Verdi

Elaborazioni musicali: Luca Vianini

Attraverso le nozioni base del metodo Stanislavskij, Teresa Morisano cerca di indagare il profondo io di cinque persone/personaggi di età, sesso e storia differenti.

La danzatrice crea non solo imitazioni oggettive della persona coinvolta, ma ne attraversa le emozioni e le esperienze, mettendo in gioco anche le proprie utilizzando il corpo come strumento e la danza come parole, alla ricerca della vera umanità della danza.

Di e con: Teresa Morisano
Personaggio 1: Elena Nunziata
Riprese video e montaggio: Andrea Dionisi
Voce fuori campo e supporto alla regia: Simonetta Checchia
Produzione: Compagnia Artemis Danza
Coproduzione: FIND – Festival Internazionale Nuova Danza
Lo spettacolo rientra nel progetto “Zone Libre – azioni di sostegno alla creazione contemporanea” di ACS -Abruzzo Circuito Spettacolo

SALVATORE SCIANCALEPORE

Riflessione, empatia, solitudine, dolcezza, l’essere sempre se se stessa pur mostrandosi sempre diversa, la ciclicità, la consapevolezza, la bellezza…quante cose in comune hanno il nostro meraviglioso satellite e l’essere umano?

quanto influisce su di noi questo stesso satellite?

novilunio è il racconto del rapporto di un individuo con la luna ma soprattutto con quella fase di essa in cui tutto è celato, in cui non c’è nessun mostrarsi, essendo profondamente se, nel bene e soprattutto nel male: il NOVILUNIO.

Coreografia: Salvatore Sciancalepore

Interpreti: Teresa Morisano, Samuele Arisci

Musiche: Ben Frost, Philip Glass & Robert Black, Frederic Chopin

Produzione: Compagnia Artemis Danza

CHRISTIAN PELLINO

Come il bruco si trasforma e diventa farfalla attraverso un ciclo biologico chiamato metamorfosi, anche l’uomo passa attraverso più fasi prima di compiere un’evoluzione.

Uno studio e un approfondimento sui vari stadi del progresso dell’essere, partendo dalla intima e graziosa nascita fino allo stare eretto sui propri piedi.

L’individuo in questo lavoro è semplice, inizialmente spoglio da qualsiasi schema e sistema.

Mano a mano che avviene la sua trasformazione, acquisisce usi e costumi che lo renderanno simile all’uomo dei giorni nostri.

La sua crescita, dovuta soltanto all’aiuto dei suoi sensi e al bisogno di perfezionarsi, gli permetterà di capire come agire nelle varie forme che intraprenderà.

Coreografia: Christian Pellino
Danzato da: Christian Pellino
Musiche: AAVV
Produzione: Compagnia Artemis Danza

AGOSTINO ROCCA / COSTANZA LEPORATTI

Un corpo, pulsante, erotico, estasiato dalla sofferente danza nell’orbita del potere alla frenetica ricerca della libertà, quella vera, la stessa degli animali.

Un altro corpo, occhio mascherato, attento e guardingo, affamato dall’inconoscibile e assetato dalla diversità. Mangia, sgranocchia la società con parole e suoni instaurando una relazione oggettuale simile all’innamoramento.

Un Happy meal rituale e corporale.

Regia  Agostino Rocca
Coreografie Costanza Leporatti
Produzione Compagnia Artemis Danza

CAMILLA NEGRI

“MORS” è una creazione intima e forte che tratta il profondo tema della perdita e con esso la solennità che ne consegue. Si distinguono, si fondono e si moltiplicano tre visuali in una danza sensibile ed energetica. Lo spettacolo permette al pubblico di sentirsi parte integrante di questo viaggio, dove la musica di Giuseppe Verdi, potente e struggente, ne è eccellente guida.

Coreografia: Camilla Negri
Danzato da: Rodan Project
Con: Carlotta Dazzi, Gaia Mattioli, Anna Giulia Restano, Susanna Salvini, Laura Tanzi, Giulia Zavaroni
Produzione: Compagnia Artemis Danza

GIOVANI ARTISTI - CORPI IN ERBA

Artemis Danza sostiene i propri artisti associati nelle attività di produzione, distribuzione e promozione delle proprie creazioni.
In particolare questa sezione contiene diversi spettacoli dedicati ad un pubblico di bambini.

ANDREA BRUNETTO / SILVIA DI STAZIO

 Lo spettacolo nasce dalla coproduzione tra la Compagnia Artemis Danza e la compagnia di circo contemporaneo Madame Rebiné.

Una contaminazione di arti: danza e circo si incontrano per toccare temi quali l’importanza del riciclo e dello scarto come risorsa, accompagnando l’attenzione del pubblico verso la cura dell’altro, dello spazio che condividiamo e del nostro pianeta.

Giocoleria, coreografie e rou-Cyr, sacchetti che volano sospinti da soffi d’aria, abilmente manovrati dagli interpreti, diventano gli attori di una storia poetica in cui la plastica colorata da allettante gioco diventa intralcio, barriera, pesante fardello.
Un’atmosfera magica e leggera, per riflettere, divertendosi, su quanto i nostri gesti quotidiani impattino sul mondo che ci ospita.

Adatto a tutto il pubblico

Di e con Andrea Brunetto e Silvia Di Stadio

Produzione Compagnia Artemis Danza

 

DAVIDE TAGLIAVINI

Pollicino è piccolo di statura ma grande nell’astuzia. La sua è una famiglia poverissima. Ha sei fratelli e i genitori a stento riescono a provvedere per tutti. Con l’arrivo di una pesante carestia il cibo non basta più. Il padre allora, ha un’idea: abbandonare i figli al loro destino. Una volta soli e perduti nel bosco, Pollicino e i suoi fratelli supereranno pericoli e imprevisti. Grazie all’immaginazione e al coraggio, il piccolo eroe riuscirà a salvare tutti e a fare della sua storia uno spettacolo per i teatri di tutto il mondo.

La pièce “Pollicino Show” rilegge i temi classici della fiaba in chiave contemporanea. Combinando coreografie, video, illustrazioni animate e una colonna sonora di grandi classici, sia i piccini che i grandi verranno coinvolti in una storia appassionante e misteriosa, capace di divertire e far sognare.

Regia Cinzia Pietribiasi

Coreografia e interpretazione Davide Tagliavini

Illustrazioni e oggetti Giovanni Copelli

Produzione Compagnia  Artemis Danza

CHRISTIAN PELLINO / FRANCECSO MARCHI

WORK IN PROGRESS…

 

COMING SOON!

VALERIA MUCCIOLI/ VINCENZO PEDATA / CLIO GAUDENZI

È sera, Alice deve andare a letto ma non ne ha voglia, non è più così piccola per crollare dal sonno appena cala il sole, ma neppure è grande abbastanza per uscire da sola quando si fa tardi. Così, non potendo andarsene sulle sue gambe, Alice se ne va sui suoi pensieri e comincia a fantasticare su come sarebbe bello fare di testa propria e per una volta stare sveglia di notte e dormire di giorno. È così che la nostra giovane protagonista entra piano piano nel mondo della sua fantasia, un mondo che, complice la misteriosa presenza dello Stregatto, un personaggio che si esprime solo attraverso i movimenti del corpo e l’espressività di un volto serafico (un amico immaginario di Alice? La sua coscienza? Oppure l’adulto che interviene imponendo regole e prendendo decisioni?), svela il passaggio in atto tra un immaginario di bimba e un immaginario di ragazza con la sua conseguente e inevitabile confusione. Questo magico mondo si materializza nei corpi degli attori e si trasforma davanti agli occhi dei giovani spettatori sotto forma di pannelli di legno, carta, cartone, stoffe: una drammaturgia brillante, un passo a due surreale tra corpo vivo e corpo inanimato.

Con: Clio Gaudenzi e Valeria Muccioli
Scenografia: Valeria Muccioli
Musiche originali e luci: Vincenzo Pedata
Regia: Compagnia delle meccaniche semplici

HANNO COLLABORATO CON NOI:

FRANCESCO COLALEO

“Farde-Moi”, dal verbo francese farder, significa truccami/ingannami. La pièce di danza contemporanea e physical theater per cinque interpreti desidera approfondire il tema dell’identità nella società di oggi. In questo mondo che si sta paralizzando davanti alla diversità, come ci comportiamo?

Ideazione, regia e coreografia Francesco Colaleo e Maxime Freixas

Con Francesco Colaleo, Maxime Freixas, Francesca Linnea Ugolini, Laura Lorenzi, Rosada Letizia Zangri , Musiche Vincenzo Pedata, Disegno luci Antonio Rinaldi Costumi Vittoria Papaleo e Maria Barbara De Marco, Produzione Compagnia Artemis Danza, Coproduzione Festival Oriente Occidente / CID Centro Internazionale della Danza,  In collaborazione con  AMAT , Arteven , ACS, Con il sostegno del MiBACT e di SIAE, nell’ambito dell’iniziativa “Sillumina – Copia privata per i giovani, per la cultura”, Realizzato con il contributo di ResiDance XL – luoghi e progetti di residenza per creazioni coreografiche azione della Rete Anticorpi XL – Network Giovane Danza D’autore coordinata da L’arboreto – Teatro Dimora di Mondaino

Re-Garde indaga sul senso della vista: dimensione innocente e pulita di uno sguardo che si posa sulle cose e che sa ironicamente divertirsi con la vita.  In scena due uomini, specchio delle loro proiezioni, sono pronti a subire o ricevere, a dare o perdere, a essere manipolati, provocati, abbandonati. Il corpo è controllato e vigile come lo sguardo, ma non rinuncia a godere di momenti di distensione e respiro. L’alternanza tra binomi opposti consente di valicare i delicati confini che separano la giovinezza dalla vecchiaia, in un tempo sospeso tra gesto e poesia.

Di e con Francesco Colaleo e Maxime Freixas, ​ Musica Maxime Freixas, Produzione Compagnia Artemis Danza, In collaborazione con ACS Abruzzo Circuito Spettacolo, Teramo, Rete Anticorpi Explo, Ravenna, Residenza Idra, Brescia, Teatro Akropolis, Genova, Teatro de l’Oulle, Avignon (Fr)

Chenapan mette in scena i giochi di una volta, generando nel pubblico un forte processo di riconoscimento. L’obiettivo primario è di sensibilizzare su una dimensione di contatto e di gioco che si sta perdendo a causa del continuo condividere virtualmente e non fisicamente. Liberamente ispirato ai comici Stanlio ed Ollio ed ai personaggi beckettiani Estragone e Vladimiro, il lavoro desidera porre l’attenzione sugli importanti cambiamenti sociali che vedono il progressivo smantellamento delle dinamiche di relazione.

Di e con Francesco Colaleo, Maxime Freixas, Ideazione Francesco Colaleo, Musica Vincenzo Pedata, Produzione Compagnia Artemis Danza, In collaborazione con Anghiari Dance Hub, Magic T, Capotrave Kilowatt, Lavanderia a Vapore 3.0, La Manufacture d’Aurillac

Una riflessione contemporanea su uno stile di vita sempre più accelerato. Il divertimento delle nuove generazioni Smart rischia di essere un pericolo frequente, un Game Over causa del distruttivo desiderio di prevaricazione della propria persona sugli altri. Il gesto realistico, teatrale e danzato riconduce nei luoghi della memoria come in quelli della vita reale: dall’alterazione delle percezioni sensoriali alle solitudini interne.

Di e con Francesco Colaleo, Maxime Freixas, Francesca Linnea Ugolini, Ideazione Francesco Colaleo, Consulenza drammaturgia Roberta Nicolai, Musica Mauro Casappa, Rielabolazione musicale Maxime Freixas, Produzione Compagnia Artemis Danza, Con il sostegno di Twain Residenza di Spettacolo dal Vivo art.45, In collaborazione con ACS Abruzzo Circuito Spettacolo, Rete Anticorpi Explo

ALESSIA STRADIOTTI

Nell’ambito del progetto Frammenti d’Inferno, dedicato alla prima cantica della Divina Commedia in occasione delle celebrazioni per i 700 anni dalla morte di Dante Alighieri, gli artisti e coreografi associati di Artemis Danza propongono quadri coreografici ispirati a personaggi e castighi cantati dal Sommo Poeta 

Anime di Serpi  è un solo in cui l’autrice si confronta con Dante nella selva dei suicidi. 

“Non fronda verde, ma di color fosco;/non rami schietti, ma nodosi e ’nvolti;/non pomi v’eran, ma stecchi con tòsco”. La parola si trasforma in immagine, il suono in sensazione fisica acuta e quasi dolorosa. La narrazione trasporta nella dimensione dell’incubo in cui il corpo è bloccato, incapace di fuggire nonostante lo scempio che viene fatto delle membra.

 

Coreografie: Alessia Stradiotti

Musiche: Astor Piazzolla-Giuseppe Verdi

Elaborazioni musicali: Luca Vianini

Incentrato sul tema dell’auto-guarigione, A-Mors prende spunto da un’esperienza vissuta e la tramuta in danza.

La pièce è fatta di incontri: il linguaggio del corpo con la parola, una danzatrice con un attore, una cellula con la coscienza del corpo di cui è parte, elemento sostanziale e ribelle. Quando viene meno l’armonia l’incontro crea un corto circuito fatale, distopico e disarmonico, che può essere colmato solo da un profondo percorso di riappacificazione e accettazione.

E’ l’amore che vince sulla morte (da qui il titolo del pezzo a-mors, senza morte o amore) ed è in grado di guarire la mente e il corpo della persona ristabilendo l’armonia interna che tiene a galla la vita.

Coreografie e regia: Alessia Stradiotti

Regia e testo: Francesco Marchi

Interpreti: Alessia Stradiotti e Francesco Marchi

Produzione:  Compagnia Artemis Danza

DANILO SMEDILE

La figura umana ha in sé l’incontro tra un nucleo ed un involucro, un’anima e un corpo. Il corpo è come una prigione all’interno della quale l’anima rimane rinchiusa a scontare la propria pena oppure l’anima è struttura stessa del corpo, atta a dirigerne il funzionamento? L’involucro è pesante, rigido; il nucleo è leggero, elastico, ha necessità di evadere. Il corpo assume le stesse caratteristiche dell’anima quando, da involucro, diventa nucleo di una costruzione ancor più grande. La naturalezza dell’essere si trasforma in oppressione e reclusione all’interno di un’architettura stretta e accerchiata da una struttura pesante. I corpi sono quindi anch’essi elastici e rigidi allo stesso tempo, così come lo è la materia. L’incontro tra queste resistenze genera un’esplosione di impulsi causati dalla forte interconnessione tra gli opposti che mutano invertendo le proprie caratteristiche e cedendole ad un nuovo involucro.

Coreografia e danza: Danilo Smedile

Drammaturg e concept: Federica Iurato

ANDREA DIONISI

Due punti, un inizio e una fine. Una strada possibile viene a crearsi sospesa nello spazio e costringe l’individuo a lottare contro le leggi della gravità. Ideata sulle note di “The end” dei The Doors, la performance si avvale di una slackline (fettuccia) che determina lo svolgimento dell’esecuzione, costringendo il danzatore ad agire in sospensione rispetto al suolo e a ridefinire la propria percezione dello spazio della danza: il percorso da un punto all’ altro diventa così esperimento sul senso della gravitazione, dell’equilibrio, del collocarsi nel mondo. Una sfida alle leggi del cosmo che, per metafora, diventa anche messa in discussione dei propri limiti e, come suggerito dalla componente musicale, atto di affronto intergenerazionale.

Segnalato speciale Danza Urbana XL 2018

Coreografia e interpretazione Andrea Dionisi, Musica The End –The Doors, Video Roberta de Rosa, Produzione Compagnia Artemis Danza/Monica Casadei

Il tempo ci conduce verso il futuro [ΔS ≥ 0].

Abbiamo costruito un tempo determinato ed uniforme che scorre ad una velocità costante e in una sola direzione. Tuttavia il nostro “sentire” lo scorrere del tempo non è affatto lineare, con minuti che durano ore e ore che sembrano secondi.  A volte siamo immersi con la nostra mente nel passato o generiamo una serie di proiezioni nel futuro e capita che, a distanza di anni, quelle proiezioni si dimostrino esatte dando ad ognuno di noi una sorta di potere premonitore. Attraverso il tempo e con un po’ di immaginazione si possono aprire mondi temporali sterminati, sconfinati.
La performance di carattere immersivo, è un volo pindarico e vuole funzionare da generatore di pensiero sull’ irripetibile, sull’ attimo, sulla probabilità che qualcosa accada e sulla natura macroscopica della nostra percezione.  Soffermarsi sul tempo è un’azione che trova fascino dove si ha la volontà di riflettere.

Regia, coreografia Andrea Dionisi, Interpretazione Andrea Dionisi, Francesca Linnea Ugolini, Musiche Alfredo Giammanco, Hong Chulki, Chroma, Stefano Bollani, Jan Bang, Elaborazione Musicale Andrea Dionisi, Durata 15 min, Produzione Compagnia Artemis Danza/Monica Casadei

ANTONIO BISSIRI

L’ossidiana è un vetro vulcanico, le specifiche condizioni di raffreddamento rapido della lava sono all’origine della sua omogeneità strutturale e della sua vetrosità. In questo senso il tempo e la consistenza della materia, sono i temi che introducono lo spettacolo, ma anche il riflesso; l”ossidiana però non riflette come uno specchio, ma restituisce un’ immagine indefinita e amorfa; Il riflesso di se stessi, ma anche la continua dualità a cui l’individuo è inesorabilmente costretto, in cui ciascuna delle due parti può essere compresa solo in relazione al tutto.

Progetto di PRENDASHANSEAUX nato nell’ambito della residenza artistica Terre dal Cuore di Vetro, di Progetti Carpe Diem, realizzata con il sostegno del Museo dell’Ossidiana di Pau, dell’Associazione Menabò e del MiBACT Ministero dei Beni e delle Attivitta Culturali e del Turismo. Selezionato per La Vetrina Giovane Danza d’Autore, azione del Network Anticorpi XL, coordinato dall’Associazione Cantieri Ravenna

GIULIO PETRUCCI

Un istante di sospensione prima dell’azione. Il momento in cui tutto è possibile, ma nessuna strada appare sicura. Da questo fremito iniziale, che si aggrappa al ritmo progressivamente incalzante e ipnotico del Bolero di Ravel, nasce una danza a due che sfrutta la cornice della possibilità senza mai dissolvere completamente il dubbio. La partitura musicale circolare, che inizia pianissimo e va in crescendo, genera una dimensione coreografica che lascia ampio spazio all’attesa e all’incertezza per poi tradursi in un moto corporeo sdoppiato che mette in luce non uno ma due punti di vista. Sorgono, nei due danzatori, istinti e dimensioni simboliche contrapposte: forza selvaggia e razionalità, sensualità e leggerezza. Il corpo è materia di confine di questi territori simbolici, ma la scelta che si pone non è solo appannaggio di chi li interpreta: anzi, coinvolge, senza soluzione di continuità, anche di chi osserva, mettendo in discussione la centralità dello sguardo e l’idea stessa di palcoscenico. Non vi è alcuna successione di eventi né drammaturgia narrativa nella danza a due sulle note di Ravel, ma emerge la concezione del corpo come materia che abita lo spazio e il tempo, facendosi presente, senza né memoria né futuro.

Concetto coreografico Giulio Petrucci, Danza Sara Cavalieri, Giulio Petrucci, Musiche Maurice Ravel, Disegno luci Simone Fini, Sostegno al progetto Compagnia Artemis Danza, Residenze e collaborazioni al progetto Compagnia Artemis Danza; compagnia Déjà Donné; compagnia Tocnadanza; Teatro Europa; Spazio Atelier delle Arti

PROGETTI IN CORSO

“ICARO”

Prima opera della giovane danzatrice, attrice e regista siciliana. Attraverso un gioco di improvvisazione strutturata che si sviluppa con l’abbandono degli strati che compongono un’armatura di specchi, Icaro attraversa un labirinto fatto di luce e di possibilità.

“BHAKTIA”

Spettacolo di danza classica indiana in stile Bharatanatyam. Racconti e danze si alternano in un susseguirsi di momenti di danza pura, in cui risalterà la bellezza estetica dello stile e gli intricati passi ritmici, con momenti espressivi, in cui la danzatrice diventa narratrice attraverso l’uso dei gesti (mudra) e la raggiante mimica del volto.

“BLACK WIDOW”

Black Widow è un progetto che ricerca la vastità del mondo femminile, fatto di sfaccettature, di estremi, di indistruttibile tenacia ma anche di estrema fragilità. Molte icone femminili della storia della narrativa e del Cinema raccontano di personaggi la cui forza si trasforma in pazzia distorcendo e stereotipando un desiderio di perfezione e l’immensa forza di combattere per le proprie idee e le proprie passioni.

In questo primo studio si analizza la trasformazione di una donna che a partire dal desiderio di fare del proprio meglio e soddisfare le richieste che la nostra società le impone, si ritrova a vivere la frustrazione del fallimento. Non si sa perdonare e declina così, la realtà con una nuova prospettiva apparentemente distorta, ma che le permette di esorcizzare il male premeditando qualcosa di terribile.

Black Widow è la donna vittima della società contemporanea, che ora diventa carnefice rivendicando la propria libertà nei confronti di vecchie e nuove catene sociali.